The War - il pianeta delle scimmie Recensione - Una degna conclusione
The War - il pianeta delle scimmie è un film del 2017 diretto da Matt Reeves con protagonisti Andy Serkis, Woody Harrelson, Steve Zahn, Amiah Miller, Judy Greer, Terry Notary e Karin Konoval. Rappresenta il terzo film del reboot della saga iniziato nel 2011 e il seguito del film Apes Revolution - il pianeta delle scimmie.
Matt Reeves dirige un film di guerra che non è un film di guerra. Il titolo è infatti ingannevole, perché di fatto la guerra tra scimmie e umani dura si e no 20 minuti. Il film non lascia nemmeno il tempo di respirare, tanto che si passa subito all'azione con delle bellissime sequenze rappresentanti la guerra che avranno sicuramente accontentato i fan duri e puri del genere. Dopo, il distacco. The War smette di essere un film di guerra, abbracciando di più il genere western e lasciando spazio ai drammi interiori del nostro protagonista Cesare.
Durante un attacco alla colonia dove vivevano le scimmie egli viene privato della moglie e del figlio Occhi Blu dallo spietato colonnello McCullough interpretato da Woody Harrelson, che per pazzia e modi di fare non può che rimandare all'ufficiale Kurtz di quel capolavoro che è Apocalypse Now citato in un modo più che esplicito durante il film. McCullough oltre alla guerra contro le scimmie si proclama il conduttore di una vera e propria guerra santa, prefissandosi di dover uccidere tutti gli essere umani affetti da un virus che li sta trasformando in bestie, privandoli della parola e della capacità di ragionare, privandoli di ciò che li ha resi uomini. Ed è proprio in questo contesto di guerra santa che non mancano nemmeno i riferimenti alla religione, con un Cesare crocifisso, frustato per non aver obbedito agli ordini e a cui viene negata la possibilità di bere.
Interessanti anche i nuovi personaggi interpretati da Amiah Miller e Steve Zahn, Nova e Scimmia Cattiva. Scimmia Cattiva è il nome di un anziano e buffo scimpanzé che, indossando un giubbottino e un berretto ancora più buffi, si fa carico di alleggerire per qualche momento un film pieno di tensione ed eventi tragici che non ti mollano nemmeno un minuto. Discorso diverso per Nova, bambina affetta dal virus trovata da Cesare e compagni durante il loro viaggio in un accampamento di soldati abbandonato. Nova è muta e per questo parla con i gesti, come del resto quasi tutti gli altri personaggi, rendendo "poco parlato" il film. Per McCullough Nova sarebbe stata l'esempio di una devoluzione, ma per il regista Matt Reeves e per chi guarda il film è l'esempio della speranza, a discapito del colonnello e degli altri soldati che seppur dotati di parola, sono ridotti allo stereotipo dell'uomo, condannato a ripetere sempre gli stessi errori.
In questo film non è importante chi vincerà la guerra, quello verrà da sé. Nel film è più importante metterci davanti ai nostri problemi politici,sociali e culturali. Basti pensare alla critica che il film rivolge a Trump con il fantomatico "muro" che le scimmie schiavizzate sono costrette a costruire e che poi, come detto più volte all'interno del film anche se più che evidente, non porterà a nulla.
In circa 2 ore e 20 minuti Matt Reeves riesce a concludere nel modo migliore questa trilogia servendosi di una trama molto semplice e lineare con un finale per molti scontato, ma anche con un finale più che adatto alla conclusione della lunga epopea del nostro Cesare.
Devo ancora vederlo, però spero sia come dici la degna conclusione ;)
RispondiEliminaPiù che degna! Spero infatti che non decidano di allungare ancora il brodo con altri film...
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